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Praz Mario
INDICE
via giulia 7
l'ingresso 17 ►
La casa di ghiaccio 22
La biblioteca d'un condottiero 37
Avventure di sette ore 51
la camera da pranzo 69 ►
Mademoiselle Gérard 73
Porcellane di Napoli 85
Le belle navi e le belle case 89
Laura 96
camera da letto su piazza ricci 101 ►
Uno specchio e una palla di vetro blu, 110
L'ubriaco sotto la finestra, 117
Due paia d'occhi azzurri, 121
saletta di passaggio 147 ►
Un cimelio di Byron 157
L'altare 164
Ritratti di cera 173
Come per negromanzia 178
camera di lucia 189 ►
Letizia 197
Un pittore d'oggi 203
Case di bambole 229
Jules-Émile Saintin 240
il salone 295 ►
Un ritratto di Giuseppina Grassini 304
Pitture d'interni 317
Il poeta Keats e lo stile Regency 327
Un ritratto di Ugo Foscolo 367
il boudoir 373 ►
Gita a Sperlonga 378
Fiori sotto campana 384
pavana per una via defunta 405
palazzo primoli 413
venti anni dopo 419
Indice delle persone e delle materie 433
via giulia 7
l'ingresso 17 ►
La casa di ghiaccio 22
La biblioteca d'un condottiero 37
Avventure di sette ore 51
la camera da pranzo 69 ►
Mademoiselle Gérard 73
Porcellane di Napoli 85
Le belle navi e le belle case 89
Laura 96
camera da letto su piazza ricci 101 ►
Uno specchio e una palla di vetro blu, 110
L'ubriaco sotto la finestra, 117
Due paia d'occhi azzurri, 121
saletta di passaggio 147 ►
Un cimelio di Byron 157
L'altare 164
Ritratti di cera 173
Come per negromanzia 178
camera di lucia 189 ►
Letizia 197
Un pittore d'oggi 203
Case di bambole 229
Jules-Émile Saintin 240
il salone 295 ►
Un ritratto di Giuseppina Grassini 304
Pitture d'interni 317
Il poeta Keats e lo stile Regency 327
Un ritratto di Ugo Foscolo 367
il boudoir 373 ►
Gita a Sperlonga 378
Fiori sotto campana 384
pavana per una via defunta 405
palazzo primoli 413
venti anni dopo 419
Indice delle persone e delle materie 433
La casa di Mario Praz è una delle rarissime meraviglie che siano apparse nella Roma moderna. E questo libro è la storia di come quella casa, con tutti i suoi memorabili oggetti, sia concresciuta alla vita del suo abitatore, intrecciandovisi in modo inestricabile; sì che soltanto attraverso i suoi oggetti questo grande critico, che ha sempre amato la luce riflessa degli specchi e perciò ha saputo percepire con magistrale acutezza il rifrangersi dei gusti e degli echi nella letteratura e nell’arte, è riuscito a raccontare la sua vita. ►
Il luogo è Palazzo Ricci, nella gloriosa Via Giulia. Quando Praz vi venne ad abitare, nel 1934, la strada si apriva «come un corridoio fra quelle stanze che erano i cortili dei suoi palazzi» — o anche «come un crepaccio» dove «la nebbia del passato si sia indugiata stagnando». Da quelle sacche di nebbia il giovane professore cominciò a evocare, con amorosa lentezza, fra le nude e severe pareti rinascimentali, la sua «casa della vita» : e via via le stanze si riempivano di oggetti che Praz scopriva di amare, per una sorta di predestinazione del gusto in cui si manifestava una valutazione critica in anticipo sui tempi, che forse solo oggi siamo in grado di apprezzare nella sua composita coerenza. Innanzitutto i mobili Impero, allora quasi spregiati, che avrebbero dato alla casa il suo timbro inconfondibile. E poi innumerevoli oggetti, spesso trascurati dalle pompose storie dell’arte: cere, ventagli, quadri d’interni, conversation pieces. Col passare degli anni, si veniva così formando una sorta di «museo vivo» che è oggi unico al mondo non solo per la qualità dei «pezzi», ma perché costituisce un luogo dove permane inalterata l’invisibile patina del feticcio. Praz ce lo racconta in queste pagine facendoci passare di stanza in stanza, e il suo tono è quello di un’amabile guida, prodigiosamente erudita, che sia anche però un saggista e memorialista della specie più felice: quella di Lamb, di De Quincey, di Pater. Come certi esseri descritti dal suo amato Lamb, anche Praz è una di quelle persone «che posseggono facoltà piuttosto suggestive che comprensive, che si contentano di frammenti e di ritagli di Verità». Le Verità di Praz sono innanzitutto negli oggetti — e da essi stingono sulle persone.
Invertendo così il cammino usuale, Praz è riuscito a darci in queste pagine alcuni memorabili ritratti (per esempio in certe figure femminili), infine ha dipinto egli stesso alcune deliziose, e spesso ironiche, conversation pieces, dove riconosciamo illustri scrittori e personaggi della cultura europea del Novecento. E tutto questo proprio perché ha evitato la via della memoria lineare e diretta, ma ha voluto che i volti delle figure (e anche il suo) affiorassero dalle «acque intorbidate» di un «antico specchio», nel corso di una visita ai disparati tesori della «casa della vita». Così, alla fine, il lettore si aggirerà davvero in queste stanze come in una foresta incantata, che un potente artificio tiene divisa dalla vita immediata, ma appunto per catturare la vita segreta delle immagini riflesse, secondo le intenzioni del sapiente mago che la abita, come Praz stesso ci ha accennato in poche, splendide parole: «M’incantano gli specchi e le immagini riflesse negli specchi che son già allontanate un po’ dalla vita, già rese quadro, grazie a quella gelida ecloga di cristallo che le separa come la parete trasparente d’un acquario separa dalla vita ordinaria quel mondo di silenziose creature dalle magnifiche assise che si muovono come apparizioni tra rocce, muschi, madrepore e minute costellazioni di bollicine d’aria».